Come ogni anno il Natale rappresenta per molte famiglie italiane l’occasione per aprire le porte della propria abitazione ad un animale domestico.
Sono oltre 65 milioni gli animali da compagnia che vivono attualmente nelle nostre case, a cominciare da circa 10 milioni di gatti e 9 milioni di cani. A questi poi si affiancano pesci, uccelli, piccoli mammiferi e rettili.
Accogliere in casa un animale domestico richiede però il giusto impegno e il rispetto di alcuni importanti e attenti comportamenti che – come spiegano gli esperti di MSD Animal Health– ci aiutano a vivere nel migliore dei modi il rapporto con i nostri pet.
Vediamoli insieme.
1. Una scelta consapevole, da condividere in famiglia e con i bambini
Prima di accogliere un cane o un gatto in famiglia, è importante considerare le dimensioni dello spazio domestico, il tempo che si ha a disposizione per prendersi cura del pet e l’età dei bambini. In base a questo dovrebbe avvenire la scelta dell’animale da adottare, individuando quello che si adatta meglio allo stile di vita della famiglia.
Allo stesso modo, è molto importante spiegare ai bambini cosa comporta la cura di un pet e come i ruoli e le responsabilità del pet owner sono condivisi in famiglia.
I bambini spesso sono naturalmente attratti soprattutto dai cani e possono trarre enormi vantaggi dalla convivenza con un animale domestico. Prendersi cura di un pet può insegnare ad un bambino ad essere responsabile, empatico e persino aumentare la sua autostima.
2. L’importanza delle vaccinazioni
Uno dei modi più efficaci per proteggere i nostri amati cani e gatti da alcune malattie è quello di mantenere sempre aggiornato il loro libretto vaccinale. Spesso pensiamo che, una volta vaccinati da cuccioli, i nostri pet godano di tutta la protezione della quale hanno bisogno per il resto della vita. In realtà non è così: sia i cani che i gatti dovrebbero essere sottoposti a dei richiami periodici. Le vaccinazioni innescano delle risposte immunitarie protettive nei nostri pet e li preparano a combattere future infezioni, provocate da particolari agenti patogeni.
3. Attenzione alle piante che ci sono in casa
Ci sono circa 700 piante ed erbe aromatiche, infatti, potenzialmente velenose per gli animali domestici. Piante che producono una quantità di sostanze tossiche sufficiente da provocare effetti nocivi se ingerite dal pet. Le piante velenose possono causare reazioni lievi, come nausea e diarrea ma anche gravi come difficoltà respiratorie e persino la morte. I sintomi di avvelenamento da piante non sono sempre evidenti ed è spesso difficile valutare la quantità che è stata ingerita dall’animale.
Mentre alcune piante, come l’edera, hanno un tasso di tossicità basso (ma possono comunque causare scialorrea, vomito, disturbi addominali e diarrea), altre piante come i gigli sono estremamente pericolose, soprattutto per i gatti.
Un’altra pianta potenzialmente molto pericolosa sia per cani che per gatti è l’oleandro, la cui ingestione può provocare un battito cardiaco irregolare e aritmia, scialorrea e vomito nonché tremori e convulsioni.
4. Occhio all’alimentazione del pet
Ci sono tante informazioni online sul cibo per animali ma è sempre meglio chiedere al veterinario indicazioni su cibi sani e alternative salutari. È probabile che il cane o il gatto possano trarre beneficio da una buona scelta di cibi e alcuni di questi potrebbero essere già nel nostro frigorifero. Non dimentichiamo poi che ci sono molti cibi che il cane o il gatto non dovrebbero mai consumare a cominciare da cipolle, aglio, uva, uvetta, avocado, pasta di lievito, dolci (soprattutto cioccolato).
L’alimentazione può influenzare notevolmente la digestione e la microflora intestinale. Pertanto, un’alimentazione sbagliata e non bilanciata può far insorgere disturbi digestivi e causare problemi alla mucosa gastroenterica.
Per questo, proprio come negli esseri umani, una corretta alimentazione è alla base per il supporto e il mantenimento di un buon stato di salute dell’apparato gastrointestinale.
5. Affidarsi ai consigli del medico veterinario
Occuparsi consapevolmente del proprio cane o del proprio gatto non è qualcosa che si deve fare da soli. Una cura adeguata richiede il supporto di un esperto.
È qui che entra in gioco il medico veterinario. Uno dei modi più sicuri per assicurarsi che il cane o il gatto godano di buona salute è di recarsi dal medico veterinario di propria iniziativa ogni anno, anche quando nulla sembra andar male. Il medico veterinario è un professionista esperto nella salute fisica e comportamentale e nel benessere di tutti gli animali.
Visite veterinarie regolari aiutano a proteggere il proprio amico a quattro zampe dalla minaccia di malattie gravi, come la rabbia o la leishmaniosi, oltre a rilevare lievi cambiamenti nella salute che altrimenti potrebbero passare inosservati.
Stabilire un solido rapporto con il proprio medico veterinario è la chiave per tenersi aggiornati sulle vaccinazioni annuali, conoscere i trattamenti più recenti per la protezione da pericolosi parassiti come pulci e zecche e ricevere la consulenza specialistica su eventuali problemi comportamentali che potrebbero svilupparsi nel tempo.
6. Un gesto d’amore per il gatto: microchipparlo!
Il microchip è un dispositivo di piccolissime dimensioni che permette di identificare, in modo univoco, il proprio micio (ma anche cani e furetti) attraverso un codice di 15 cifre che viene assegnato direttamente dal Ministero della Salute.
Possiamo considerarlo una specie di Carta di Identità del nostro gatto. In Italia è l’unico sistema di identificazione nazionale per i gatti e ha sostituito la pratica ormai obsoleta del tatuaggio.
Il microchip sfrutta una tecnologia di onde a radiofrequenza innocue per tutti gli esseri viventi che si attivano solamente quando si avvicina un lettore specifico.
La microchippatura consente di certificare l’appartenenza del proprio amico felino al nucleo familiare in caso di smarrimento, furto o contenzioso, oltre ad essere necessaria in caso si voglia stipulare un’assicurazione sanitaria.
Attualmente ci sono anche microchip innovativi e tecnologici per I nostri amici a 4 zampe – cani e gatti – che, in più, consentono di rilevare la temperatura sottocutanea dell’animale senza creargli stress e monitorare così il suo stato di benessere e, in caso di alterazione, agire tempestivamente con il medico veterinario.
L’applicazione del microchip deve essere fatta esclusivamente da un medico veterinario, è semplice e veloce e va effettuata in una zona ben precisa del corpo, ossia nel sottocute della regione del collo, sotto l’orecchio a sinistra.
In questo modo la ricerca del chip sarà identica per tutti i gatti e in qualsiasi luogo.
La prima regione che ha reso obbligatoria, in maniera indipendente, la microchippatura del gatto è la Lombardia. Tutti i gatti nati o acquisiti a partire dall’1 gennaio 2020 che risiedono in Lombardia, infatti, devono essere microchippati per legge.