Un fondo d’investimento che possa accelerare lo sviluppo aziendale. È il partner ricercato da Morando, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore. Un rumor che confermerebbe l’interesse degli investitori finanziari verso il comparto del pet food, dopo le operazioni dei mesi scorsi.
Equity per l’estero
L’azienda piemontese, sottolinea il quotidiano, si è messa alla ricerca di un partner in grado di apportare equity per l’internazionalizzazione e lo sviluppo sui mercati esteri (la produzione finora è stata fin qui concentrata nella Penisola) e in questa analisi sarebbe affiancata da EY. In lizza ci sarebbero fondi di private equity come Nb Renaissance, Clessidra e Chequers Capital, assieme ad altri operatori che hanno già nel portafoglio asset simili. Tra i nomi circolati ci sono quelli di Cinven, che possiede già la catena Arcaplanet, e di Peninsula Capital, che è invece proprietario dell’Isola dei Tesori insieme con i fondi di Azimut Libera Impresa.
Quanto al valore dell’operazione, si parla di circa 300 milioni, per un’azienda che stima di sviluppare nell’anno in corso un fatturato di 220 milioni di euro,
quasi il 30% in più rispetto al 2022.
Partner di minoranza
La ricerca è relativa a un azionista di minoranza, con la famiglia Morando (nel 1955 il fondatore Enrico fu il primo a ottenere in Italia l’autorizzazione a produrre cibo industriale per cani e gatti) che manterrebbe ben saldo il timone.
L’interesse degli investitori istituzionali verso il business del pet food si spiega alla luce di un’offerta fortemente frammentata, nonché del potenziale di crescita del comparto, stimato in poco meno dell’8% all’anno nel medio periodo. Secondo il rapporto Assalco-Zoomark, nelle case italiane vivono quasi 19 milioni di cani e gatti e il trend, rafforzatosi durante il Covid, è destinato a consolidarsi di pari passo con l’invecchiamento della popolazione.