Edgard & Cooper, esperto del petfood naturale, condivide i 6 errori più comuni commessi dai pet parent italiani — dalla mancata igiene dentale fino al poco tempo dedicato al movimento, passando per le abitudini alimentari scorrette — e i consigli per rimediare e supportare al meglio il benessere dei loro pet, a seconda della taglia e dell’età del cane. Che sia un proprietario esperto o alle prime armi, infatti, può capitare di commettere errori in buona fede, di creare abitudini scorrette e seguire routine non del tutto salutari per il pet.
Dare al cane gli avanzi dei propri pasti
Secondo un’analisi condotta da Edgard & Cooper, il 35% dei pet parent italiani dà gli avanzi dei propri pasti al proprio cane. Si tratta però di un’abitudine scorretta, soprattutto se fatta con costanza, perché incoraggia comportamenti sbagliati —se infatti si continua a dare il cibo dalla propria tavola al cane, questo si sentirà giustificato a richiederlo ad ogni pasto— e può portare a sovrappeso e carenze nutrizionali.
A volte, inoltre, il cibo messo in tavola può contenere ingredienti e sostanze rischiose per gli animali. È il caso di aglio, porri e cipolle, che se presenti in grandi quantità potrebbero causare danni, così come di uva, uvetta e frutta secca (soprattutto mandorle, noci, noci pecan e macadamia), che potrebbero causare infiammazioni e problemi di stomaco; e di cioccolato, té o caffé, che possono colpire il sistema nervoso e portare a palpitazioni, problemi respiratori e, nei casi più gravi, portare al decesso.
Seguire una dieta troppo ricca o troppo povera di proteine
Nonostante il cane sia un animale onnivoro, Edgard & Cooper rileva che più di un quarto dei pet parent (28%) nutre il proprio amico a quattro zampe seguendo una dieta esclusivamente carnivora, un’abitudine che può diventare un errore nel momento in cui la quantità di proteine è eccessivamente elevata e non monitorata correttamente. Come dimostrato da alcuni studi, infatti, un’alimentazione troppo proteica potrebbe favorire l’insorgenza di problemi renali.
Attenzione però a rispettare il fabbisogno proteico minimo giornaliero che varia a seconda della razza e dell’età del cane: per i cuccioli è pari al 25%, mentre per i cani adulti la percentuale scende al 18%. I valori si alzano in caso di animali particolarmente attivi, in gravidanza, in allattamento, in fase di recupero dopo un intervento chirurgico o in presenza di alcune patologie.
Per il piano alimentare più adatto al cane è sempre buona regola affidarsi a un veterinario nutrizionista.
Non prendersi cura della salute dentale del cane
Prendersi cura con costanza della salute dentale del cane è fondamentale per il suo benessere, ma, secondo l’analisi condotta da Edgard & Cooper, molti pet parent non se ne preoccupano. Il 36,1% ha infatti affermato di occuparsi dell’igiene orale del proprio amico a quattro zampe solo saltuariamente, mentre il 14% ammette di non averlo mai fatto.
A lungo andare, però, una scarsa igiene dentale può avere un grosso impatto sulla salute dell’animale. La placca che inizia a formarsi sui denti, infatti, può causare alitosi e danneggiare le gengive, una condizione che, nei casi più gravi, può evolvere in gengiviti e parodontiti. Meglio quindi prevenire, dando al proprio amico a quattro zampe stick dentali preparati con ricette naturali a basso contenuto calorico e con una conformazione che assicuri una extra durata di masticazione in modo da prevenire la formazione di placca e al tempo stesso combattere l’alitosi. A ridurre i rischi sono anche le crocchette, che, grazie all’attrito con i denti, aiutano a rimuovere la placca.
Non leggere le etichette
Le etichette dei prodotti sono il primo strumento che i pet parent hanno a disposizione per comprendere come prendersi cura dell’alimentazione del proprio amico a quattro zampe in modo appropriato, ma dall’analisi condotta da Edgard & Cooper emerge che il 6,3% degli italiani non legge la lista degli ingredienti e il 26,6% non comprende tutte le componenti presenti nell’elenco riportato sulla confezione.
Dal punto di vista dei consumatori è quindi fondamentale migliorare le proprie abitudini di acquisto, informandosi e facendo scelte più consapevoli e attente, mentre dal punto di vista dei brand è importante rendere le etichette trasparenti e di facile comprensione, riportando in maniera chiara non solo la percentuale di frutta, verdura e di carne presente all’interno del prodotto, ma anche la tipologia di quest’ultima — dall’anatra al cervo, passando per salmone, pollo o agnello —, specificando inoltre se si tratta di carne fresca o meno. Questo permette ai consumatori di comprendere se il prodotto sia realmente adatto alle esigenze del proprio animale, se sia naturale, se contenga additivi artificiali e se sia compatibile, in generale, con le proprie scelte di acquisto.
Non fare abbastanza attività fisica (e mentale)
Il 18% dei pet parentdedica all’attività fisica del proprio cane meno di mezz’ora al giorno, ma gli amici a quattro zampe necessitano di fare movimento per il proprio benessere e per evitare che si sentano frustrati e annoiati, il che può causare problemi comportamentali come masticare oggetti in giro per casa, abbaiare eccessivamente e sviluppare una maggiore aggressività. Chiaramente, il tempo e la frequenza ideali dipendono dall’età, dalla razza e dallo stato di salute dell’animale.
Da non trascurare poi l’importanza dell’attività mentale per il cane, che può essere attivata attraverso puzzle per animali, giochi di ricerca olfattiva o di memoria, come trovare dei premi nascosti in casa o far scorrere delle superfici con le zampe per scovare uno snack, ma anche tramite l’interazione e il gioco con altri cani, che possono favorire l’abbassamento dei livelli di stress dell’animale.
Non definire una routine per i pasti
La quantità ideale di pasti giornalieri dipende dalla taglia e dall’età del cane, ma una buona regola può essere quella di nutrire l’animale due volte al giorno, al contrario di quanto fa il 6% dei pet parent, che offre solo un pasto al proprio amico a quattro zampe.
Ai cuccioli è ideale offrire tre pasti al giorno. Dai sei mesi in poi e per tutti i cani adulti, meglio invece due pasti, uno la mattina e uno la sera. I cani anziani, infine, possono seguire una routine composta da due pasti al giorno, riducendo l’apporto calorico durante quello serale.
In ogni caso l’aspetto fondamentale rimane comunque stabilire degli orari fissi per i pasti, perché questi aiutano a regolarizzare il loro metabolismo e il loro appetito, favoriscono una sana digestione, aiutano a prevenire l’obesità e riducono l’ansia grazie alla creazione di un ambiente stabile e di una routine affidabile per il cane. Un ulteriore consiglio è quello di non tardare eccessivamente nella somministrazione dell’ultimo pasto della giornata, che non deve essere troppo vicino all’orario in cui il proprio amico a quattro zampe va a dormire.