Nuove condizioni, maggior numero di animali viaggianti e più tentativi di frode: ciò determina un aumento dei rischi legati alla sicurezza sanitaria e di conseguenza la necessità di rivedere le regole relative all’importazione di cani stabilite dieci anni fa. In Australia, infatti, la rabbia è un virus esotico (si definisce specie esotica una specie introdotta in seguito ad attività umana in un’area che la specie non avrebbe potuto raggiungere) e oggi fa molta più paura rispetto a qualche anno fa.
È questo il motivo per cui il Dipartimento dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura australiano ha introdotto norme più severe a cui i Paesi approvati dovranno adeguarsi. Per Paesi approvati si intendono paesi, regioni o distretti da cui il Governo australiano ammette l’importazione di animali, giudicandone adeguate le misure di biosicurezza e lo stato di salute in cui versano gli animali.
Le principali novità introdotte
Un maggior rigore sui controlli verrà applicato a proposito dei seguenti punti:
-l’identificazione degli animali
-la residenza
-le misure di quarantena post-ingresso e
-l’esibizione di un test di laboratorio autorizzato che attesti la neutralizzazione del titolo della rabbia – RNATT (la cui validità sarà di 12 mesi).
A loro volta tali paesi sono suddivisi in 3 macrogruppi, classificati geograficamente. L’Italia rientra nel terzo gruppo, ovvero tra quelli in cui la rabbia è assente o ben controllata. Chi volesse importare cani o gatti da Paesi non inclusi in questi elenchi dovrà prima fare un passaggio e i dovuti controlli in una delle regioni approvate.
Cani e gatti provenienti dal gruppo 3
Tutti questi animali, al loro ingresso in Australia, devono essere dotati di un permesso di importazione valido, che fornisce le condizioni per l’importazione dell’animale.
- All’arrivo devono trascorrere un minimo di 10 giorni o un minimo di 30 giorni presso la struttura di quarantena post-ingresso.
- Un veterinario approvato dal governo o un veterinario ufficiale del governo deve eseguire tutte le procedure veterinarie di sua competenza e definite da apposito documento.
- Tutti i test devono essere eseguiti in un paese approvato in un laboratorio riconosciuto dal governo del paese di esportazione.
Il mancato rispetto delle condizioni può comportare che l’animale sia:
- trattenuto più a lungo nella quarantena post ingresso
- soggetto a test aggiuntivi
- esportato
- sottoposto a eutanasia.
Come comunicato da FNOVI, tutta la documentazione sarà resa disponibile anche sul portale del Ministero nell’apposita sezione.