La tartaruga acquatica: ambiente corretto per evitare errori di gestione

Ogni specie ha caratteristiche peculiari, ma non mancano aspetti gestionali trasversali che il proprietario deve conoscere per assicurare il giusto grado di benessere

Le tartarughe d’acqua dolce appartengono a specie diverse, con caratteristiche e necessità specifiche, ma ci sono aspetti comuni, eccoli in sintesi.

L’alloggio

L’alloggio deve prevedere un ambiente semi acquatico, e poiché le tartarughe crescono fino a 15-20 cm di lunghezza, è bene approntare una vasca adeguata alla specie e al numero di animali ospitati, in vetro o plexiglass, da circa 200 litri, con un fronte di almeno un metro di lunghezza, senza coperchio. La parte emersa deve avere dimensioni sufficienti da consentire a tutti gli animali presenti di restarvi contemporaneamente (bisogna prevedere quali dimensioni avranno da adulti), mentre per la parte acquatica dovranno avere la possibilità di immergersi completamente e nuotare: la profondità ideale è di almeno due volte e mezzo la lunghezza del carapace (per le tartarughe neonate non dovrà superare i 5 cm).

Vanno tenute conto le caratteristiche delle singole specie. Ad esempio le tartarughe palustri preferiscono ambienti umidi con piccole pozze poco profonde.

Per la pulizia dell’acqua è necessario un filtro che, a differenza di quelli da acquario, non richiede la presenza di canolicchi (non è necessario mantenere in equilibrio i valori dell’acqua), ma deve prevedere una parte filtrante con spugna, da lavare periodicamente con l’acqua dell’acquario, perché le tartarughe producono molti detriti. Nella scelta bisogna fare attenzione alla portata dell’acqua per garantire un filtraggio adeguato (dovrebbe essere il doppio del litraggio della vasca); inoltre, vanno evitati i modelli per acquari che hanno l’ingresso dell’acqua in alto. Periodicamente bisogna provvedere a parziali cambi dell’acqua e la pulizia degli arredi.

La luce

Si possono distinguere tre zone termiche: l’acqua, la cui temperatura va mantenuta nel range 22-28 °C giorno e notte; e nella parte emersa una zona umida (a 24-29 °C) e una zona calda (zona basking), da mantenere a tra 29 e 32 °C (a seconda della specie), dove gli animali possono riscaldarsi e regolare il metabolismo. Per questo è necessaria una lampada riscaldante, facendo attenzione sia alla potenza che al posizionamento: una lampada troppo debole o troppo lontana rischia di non stimolare abbastanza il metabolismo, mentre se è troppo potente o troppo vicina, rischia di ustionarli. La distanza ideale è circa 30 cm dalla superficie della zona emersa. Inoltre, poiché difficilmente una vasca è esposta alla luce diretta del sole, è fondamentale anche una lampada a emissione di raggi ultravioletti (Uvb) per consentire il corretto metabolismo osseo delle tartarughe.

Anche in questo caso bisogna prestare attenzione alla potenza e calcolare che la lampada UV va sostituita periodicamente, perché l’emissione dei raggi ultravioletti cala nel tempo. Inoltre, poiché le pareti in vetro o anche plexiglass schermano queste radiazioni, va posta all’interno. Esistono lampade contemporaneamente riscaldanti e Uvb (lampade Glo), ma non è detto che rappresentino la scelta economicamente migliore. Le lampade devono restare accese circa 12 ore al giorno (le tartarughe sono animali diurni), se di notte la temperatura ambientale scende troppo, è possibile aggiungere una luce a infrarossi per mantenerla entro i range ottimali. Assolutamente da evitare il fai da te: no alle alogene, che emettono raggi Uv ma non della lunghezza d’onda utile alle tartarughe e inoltre scaldano troppo con rischio di ustioni. Da evitare anche le lampade Uvb per acquari, sempre per la differenza di lunghezza d’onda, così come non sono adatte le lampade per sauri e serpenti.

Gli arredi

Tenendo sempre conto che a seconda della specie allevata le caratteristiche dell’habitat possono variare, si può migliorare l’aspetto estetico e funzionale della tartarughiera in vari modi.

Il fondo della vasca può essere ricoperto con ghiaia di grosse dimensioni (per evitarne l’ingestione e possibili costipazioni) o ciottoli, anche incollati.

Molto utili sono elementi a cui le tartarughe possano aggrapparsi mentre nuotano (rami, ecc) e una grotta subacquea in cui trovare rifugio.

La scelta delle piante deve esser attenta, perché le tartarughe le mangiano. Vanno evitate le specie tossiche e anche le piante da appartamento vanno posizionate lontano dalla vasca, per evitare che vi cadano dentro foglie.

Per il passaggio dall’acqua alla zona emersa va posizionata una passerella inclinata, non scivolosa, priva di spigoli o sporgenze che possano ferire gli animali.

• La zona emersa può essere realizzata in materiale plastico, oppure in materiali naturali come rocce, legno o sughero (ancorate al fondo o galleggianti); la superficie deve essere adeguata al numero di animali e garantire una zona calda in posizione periferica.

• Su di essa possono essere inserite piante vere e create zone d’ombra; inoltre, se si possiede una coppia è utile creare una zona sabbiosa o con terriccio, per permettere l’eventuale deposizione di uova.