Il veterinario può costituire una spesa significativa soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo affrontando. Dal 1986 è possibile applicare delle detrazioni per il veterinario attraverso la dichiarazione dei redditi, sul 730 o nel modello Redditi PF (ex Unico). Non risolve, ma aiuta.
Detrazioni per il veterinario
Avrete probabilmente sentito parlare del “Bonus animali domestici”. In realtà non si tratta di una novità ma di una detrazione in misura del 19% delle spese sostenute per il veterinario che esiste già da molti anni.
La detrazione si applica sull’imposta lorda IRPEF e riguarda le spese sostenute per il veterinario fino a un importo massimo di 550 euro. Ill decreto è stato aggiornato alla nuova valuta, e nel 2022 la cifra massima è salita da 500 euro a 550 euro, ma sempre e solo per cifre che superano la cifra minima di 129,11 euro. La detrazione si riferisce al singolo contribuente, indipendentemente dal numero di animali coinvolti nella spesa. La cifra massima che si può detrarre quindi è di 80 euro, ovvero il 19% di 421 euro, con gli opportuni arrotondamenti.
Sono coinvolti coloro che hanno un animale “a scopo di compagnia o per pratica sportiva”.
Come si ottiene la detrazione
Per chiarezza, ribadiamo che si tratta di una detrazione e non di un bonus, cioè non è una cifra che si riceve ma una spesa che si detrae dalle tasse. Come tutte le detrazioni, occorre dimostrare di averne diritto: l’animale deve essere detenuto legalmente, i pagamenti per le cure devono essere tracciati, l’acquisto dei farmaci deve essere attestato con gli scontrini. Oltre a visite e medicinali, sono detraibili le spese per le analisi di laboratorio e gli interventi al proprio pet.
In particolare, sul 730 il rigo interessato va da E08 a E10 con codice 29.
Sul modello Persone Fisiche invece il rigo da RP8 a RP13 con il codice 29.